Le solite chiacchiere, la solita morale superflua, che eccede, che riempie le nostre menti stufe delle solite menzogne, delle solite colpevolizzazioni di personaggi che puntualmente, ogni volta che succede un tragica vicenda, si sostituiscono agli inquirenti, a coloro che indagano per conoscere la verità, i fatti reali. Eh sì perché in Italia siamo bravi, bravissimi a colpevolizzare, a fare processi mediatici, a puntare il dito su qualcuno, su qualcosa. Spesso è importante stare in silenzio, dare spazio al dolore evitando il frastuono, la bagarre; evitare le chicchiere tipiche dei salotti di cronaca, dei telegiornali di disinformazione che riempiono la nostra squallida televisione. La morte del povero Matteo è solo una tragica fatalità, differente dall'omicidio Raciti e di Gabriele Sandri. Dalla morte di Matteo si passa ai Rave party, alla morti del sabato sera, alla droga, all'alcol. Ma che cosa c'entra tutto questo?
Si facciano un esame di coscienza questi personaggi della disinformazione, questi re della morale, che gettano fango su una vicenda già dolorosa. Si deve insegnare ai ragazzi di 20-3o anni che la violenza è un male, come se non lo sapessero? Si cerca di trattare gli adulti come dei bambini quando è necessario che siano i bambini a essere trattati da adulti! Le buone maniere, l'etica, si insegnano negli asili, nelle scuole, non in televisione, non con i video.
Le solite chiacchiere, la solita morale
venerdì 4 aprile 2008
Pubblicato da Michele Greco alle 17:57
Etichette: Tragedie calcistiche
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