Dopo questi due giorni intensi di Champions League è tempo di esprimere le prime considerazioni. Che l' Inghilterra avesse un' impronta importante su questa edizione delle Champions League lo si era capito quando molto amaramente l'Arsenal prima, e il Liverpool poi, s' erano sbarazzate rispettivamente di Milan ed Inter. Il nuovo che avanza: è questo il messaggio che queste due squadre, insieme al Manchester United, vogliono dare all' intero mondo del calcio. In effetti fa un certo effetto vedere ragazzini appena maggiorenni o non ancora, giocare con una tale personalità e con una tale qualità tanto da sembrare calciatori affermati al top della loro carriera. Calciatori che hanno avuto la fortuna di avere tecnici coraggiosi che li hanno lanciati nel palcoscenico internazionale a soli 16 anni come ad esempio Cesc Fabregas , che ora è diventato il faro del centrocampo dell' Arsenal che un tempo era nelle mani di un certo Vieira. La cosa più affascinante che si è notata in queste due sere è come i club inglesi giochino sempre a ritmi altissimi, senza mai buttare la palla, e come soprattutto abbiano imparato a soffrire e a dar battaglia quando necessario. Tutto questo è merito dei grandi strateghi del calcio quali Wenger, Benitez, Ferguson, che hanno saputo dare quell' impronta tattica che in effetti di inglese ha ben poco: difese accorte, pressing asfissiante senza mai lasciare punti di riferimento in modo da riversarsi in fasi offensive suggestive e belle da vedere. Strategia tattica accompagnata dalle grandi giocate di buon gusto di campioni come Gerrard e C. Ronaldo che, in una frazione di secondo, in una manciata di minuti, illuminano lo scenario in misura maggiore dei fari dello stadio e che valgono da sole il prezzo del biglietto.
Insomma, si può affermare che il nuovo calcio inglese è non solo bello da vedere, ma soprattutto vincente e, per ora, privo di difetti.
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