Dopo nove mesi ci ritroviamo qui a discutere di morte, di una morte che sicuramente si sarebbe potuta evitare. Questa volta a morire è stato un giovane tifoso e a sparare un poliziotto mentre, il 2 febbraio scorso, fu esattamente il contrario. Subito i media si sono scatenati iniziando a “sparare” fandonie circa la dinamica dell’incidente. “I tifosi sono violenti" "evitiamo le trasferte di massa” sono stati i primi commenti a caldo di giornalisti e falsi opinionisti in un teatrino stucchevole e consueto che abbiamo vissuto già decine di volte. Si è parlato perfino di “sub-cultura della violenza” e di “sensibilizzazione e cultura della legalità a partire delle scuole”. Ma mi dite cosa c’entra tutto questo con quello che è avvenuto domenica? Quali sono le colpe del calcio di fronte a tragedie così?
La risposta è una sola: assolutamente niente! Tutto quello che è successo a Roma è la conseguenza di tutta una politica errata, il calcio si doveva fermare com’è avvenuto per l’uccisione di Raciti! I dirigenti federali e il presidente di lega Matarrese erano contrari al proseguimento della giornata di campionato, l’unico favorevole era il capo dell’interno Amato. Cosa sarebbe successo se a morire sarebbe stato un altro poliziotto? Si sarebbero chiusi gli stadi fino alla fine del torneo?
Il problema è STATALE! Sì, perché in un paese come il nostro non si può sparare solo per aver sentito alcune urla! Sapete qual è la cosa che fa più infuriare? Il provvedimento (appena approvato!) che vieta le trasferte di massa! Ma mi dite qual è il nesso? Che c’entrano le trasferte se c’è una discussione di cui non si conoscono i dettagli, non si sa se per questioni di politica, di denaro, di donne e dall’altra parte dell’autostrada parte un colpo che ti ammazza? La risposta (anche in questo caso) è una sola: assolutamente niente!
Frasi come “il tifo è violento” stanno diventando un pretesto per giustificare queste tragedie, il calcio non è colpevole, la colpa è di chi governa le istituzioni! Il calcio non è malato è la politica che è febbricitante! Concludo unendomi a tutti coloro che hanno esposto striscioni come: “AMATO DIMETTITI” e “PER RACITI FERMATE IL CAMPIONATO, LA MORTE DI UN TIFOSO NON HA SIGNIFICATO” e voglio inoltre puntualizzare che la violenza non è mai legittima, ma in questi casi magari, si potrebbe non esser d'accordo.
Legittima violenza!
martedì 13 novembre 2007
Pubblicato da Michele Greco alle 17:06
Etichette: Tragedie calcistiche
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1 commenti:
Credo che l'evento tragico successo domenica mattina sia stata una tragica fatalità.
Un fatto sicuramente evitabile, ma pur sempre una fatalità.
E' capitato a quel povero ragazzo. E' capitato ad un tifoso. E quindi gli Ultras hanno usato questo pretesto per dar vita a scene di guerriglia urbana.
Se al posto di quel povero ragazzo ci fosse stato 1 altro... tipo uno straniero, un rumeno (per esempio). Sarebbe successo tutto questo casino???
Non credo proprio.
HA SBAGLIATO sicuramente il poliziotto a sparare. La notizia della morte di quel ragazzo mi ha angosciato profondamente, perchè al posto suo si sarebbe potuto trovare chiunque (data la dinamica dell'incidente).
Ma usare il pretesto della morte di un ragazzo per fare la GUERRA è una cosa assurda. Inconcepibile.
Altro discorso poi la questione se fermare o meno il campionato.
Non si sarebbe dovuto giocare.
Ma qua si torna sempre allo stesso punto. Troppi interessi, troppi soldi, e il calcio continua ad essere un giocattolo rotto che ci si ostina a non riparare.
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