Dopo tante polemiche riguardo le sue ultime prestazioni finalmente Pavel Nedved è tornato. Sì perché in questo campionato avevano segnato tutti: Palladino, Trezeguet, Del Piero e Camoranesi passando per Legrottaglie e Salihamidzic. Ma ora a questa lunga lista si è aggiunto anche lui: il numero 11 più agguerrito della serie A, quello che non molla mai, il solo che riesce a correre per 90' come se fosse entrato in campo solo da pochi istanti. A 35 anni suonati è stato oggetto di profonde critiche (a queste si sono aggiunte anche le mie), e domenica, proprio a causa di queste, ha lasciato il campo senza dichiarazioni e commenti. Dopo esser stato sostituito, ha puntato diritto il tunnel che porta agli spogliatoi infuriato e silenzioso come se fosse stato sostituito a seguito di una brutta prestazione. Ma il motivo è più che chiaro: Pavel era arrabbiato con tutti e forse anche con sé stesso. Sì, perché dopo 300 partite in serie A e 65 reti (coronati dalla vittoria del pallone d'oro nel 2003) uno come lui non poteva non offendersi. Con delle ginocchia logorate, a causa dei numerosi kilometri percorsi sui campi di calcio, Pavel aveva pensato più volte di appendere le scarpe al chiodo ma questo triste pensiero, per fortuna, non si è mai trasformato in realtà. Quest'anno probabilmente sarà quello decisivo e ciò desta molta amarezza in coloro che amano il calcio e la professionalità. L'unico modo per salutare il calcio sarà incrementare ulteriormente il suo personale palmares, magari con lo scudetto chissà...
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1 commenti:
magari giocasse per altri 10 anni,campioni ocme lui ce ne sono pochi
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