Ora è più che ufficiale: Fabio Capello è il nuovo ct della nazionale inglese. Il suo stile, il suo carisma e la sua voglia d'Inghilterra hanno convinto i vertici federali inglesi. La cosa che più mi tormenta (e allo stesso tempo mi rinvigorisce) è vedere un tecnico italiano del suo calibro sedere sulla panchina della nazionale patria del calcio. Sì, perché l'Inghilterra, pur essendo fuori dall'europeo 2008, e pur sempre una contendente per il mondiale sudafricano. Mi rendo conto che lo sviluppo tecnico della nostra nazionale è nettamente superiore a quello britannico, ma non dimentichiamo che "don Fabio" conosce vita, morte e miracoli dei nostri giocatori e soprattutto è colui che meglio di tutti conosce il tecnico Donadoni (e la sua "politica calcistica"). La nomina di "sir Fabio" non è da sottovalutare, le sue vittorie e la sua esperienza parlano da sole, lo staff tecnico incredibilmente sarà tutto italiano.
Sarà la panchina-flop più inaspettata di tutti i tempi o ci sarà, verosimilmente, da stapparsi i "capelli"?
Alla corte della Regina e dei "Tre Leoni"
giovedì 13 dicembre 2007
Pubblicato da Michele Greco alle 23:42 2 commenti
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Furia CECA!
martedì 11 dicembre 2007
Dopo tante polemiche riguardo le sue ultime prestazioni finalmente Pavel Nedved è tornato. Sì perché in questo campionato avevano segnato tutti: Palladino, Trezeguet, Del Piero e Camoranesi passando per Legrottaglie e Salihamidzic. Ma ora a questa lunga lista si è aggiunto anche lui: il numero 11 più agguerrito della serie A, quello che non molla mai, il solo che riesce a correre per 90' come se fosse entrato in campo solo da pochi istanti. A 35 anni suonati è stato oggetto di profonde critiche (a queste si sono aggiunte anche le mie), e domenica, proprio a causa di queste, ha lasciato il campo senza dichiarazioni e commenti. Dopo esser stato sostituito, ha puntato diritto il tunnel che porta agli spogliatoi infuriato e silenzioso come se fosse stato sostituito a seguito di una brutta prestazione. Ma il motivo è più che chiaro: Pavel era arrabbiato con tutti e forse anche con sé stesso. Sì, perché dopo 300 partite in serie A e 65 reti (coronati dalla vittoria del pallone d'oro nel 2003) uno come lui non poteva non offendersi. Con delle ginocchia logorate, a causa dei numerosi kilometri percorsi sui campi di calcio, Pavel aveva pensato più volte di appendere le scarpe al chiodo ma questo triste pensiero, per fortuna, non si è mai trasformato in realtà. Quest'anno probabilmente sarà quello decisivo e ciò desta molta amarezza in coloro che amano il calcio e la professionalità. L'unico modo per salutare il calcio sarà incrementare ulteriormente il suo personale palmares, magari con lo scudetto chissà...
Pubblicato da Michele Greco alle 00:02 1 commenti
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